Il giorno 11 febbraio, scendiamo di nuovo in piazza a Genova per un secondo corteo regionale a sostegno della Resistenza Palestinese, per un immediato cessato il fuoco in Palestina e contro il colonialismo e l’apartheid sionista. Si tratta di un corteo unitario che partirà nel pomeriggio di domenica 11 febbraio dalle 14 da Piazza Fanti d’Italia (adiacente stazione di Principe). Di seguito il comunicato unitario delle organizzazioni che aderiscono. E il manifesto che sarà appeso in città nei prossimi giorni. Vi preghiamo di diffondere i materiali. In fondo le locandine in arabo, francese e inglese.
Locandina da stampare in pdf più testo scarica qua
Comunicato unitario:
Non possiamo restare in silenzio di fronte al genocidio che Israele sta compiendo in mondovisione contro la popolazione palestinese della striscia di Gaza: un massacro che ha ucciso più di 23 mila persone (di cui 10 mila bambini) e ne ha ferito 60 mila. Un milione e mezzo di civili è stato costretto ad abbandonare le proprie case ed è ora senza acqua, cibo, elettricità, carburante, medicinali. Queste persone non trovano rifugio sicuro nemmeno nelle scuole, nelle moschee, nelle chiese o negli ospedali: i bombardamenti sionisti non risparmiano alcun edificio, neanche quelli protetti dal diritto internazionale. Al contempo bersagliano giornalisti, medici e, in generale, operatori occupati nell’informazione, nella salute e nei servizi.
Il progetto sionista di pulizia etnica sta osservando un’accelerazione anche in in Cisgiordania: dal 7 ottobre circa 400 persone sono state uccise e 6000 arrestate, le città sono state isolate e interi quartieri vengono rastrellati e distrutti di giorno in giorno. Da Gaza alla Cisgiordania la resistenza del popolo palestinese si oppone allo stesso oppressore.
Il genocidio perpetrato contro il popolo palestinese viene spacciato dalle democrazie occidentali come necessario diritto all’autodifesa di Israele. Per noi, questi atti sono da chiamare con il nome che hanno: crimini di guerra e pulizia etnica. Colpiscono e obbligano il popolo palestinese a una Nakba continua, una catastrofe che non ha mai ricevuto giustizia!
Ci opponiamo alla narrazione mediatica che decontestualizza e destoricizza gli eventi del 7 Ottobre. Questa data va inscritta nel quadro di una lotta di liberazione che il popolo palestinese porta avanti da 75 anni. Una lotta contro il colonialismo, il sionismo, l’occupazione, l’apartheid e la pulizia etnica. Una lotta che pone come istanza fondamentale la liberazione della Palestina, dal fiume al mare.
Sostenere la resistenza del popolo palestinese significa riconoscere il diritto all’autodeterminazione e non essere complici della pulizia etnica messa in atto, della devastazione dei villaggi palestinesi, degli insediamenti coloniali, della negazione del diritto al ritorno, degli arresti indiscriminati e del centinaio di risoluzioni ONU da sempre disattese da Israele.
Sostenere la resistenza del popolo palestinese significa riconoscere quella legge della Storia secondo cui i popoli, lottando, scrivono e riscrivono il loro destino.
Ci opponiamo alla tendenza all’allargamento del conflitto in Medio Oriente, di cui è un esempio il bombardamento in Yemen, reo di aver sostenuto la lotta palestinese e aver messo i bastoni tra le ruote alle logiche di profitto e ai piani di guerra occidentali.
Ci uniamo ai milioni di persone che in questi mesi si sono mobilitate in tutto il mondo per ribadire il loro sostegno alla lotta di liberazione palestinese. Scendiamo in piazza tra le strade di Genova per:
– chiedere un immediato e permanente cessate il fuoco;
– chiedere la fine del genocidio, l’ingresso di aiuti umanitari e opporci al piano di deportazione sionista della popolazione di Gaza;
– sostenere la lotta per la libertà e la giustizia del popolo palestinese;
– opporci al regime di apartheid, con la consapevolezza che il primo giorno di pace sarà l’ultimo giorno di occupazione sionista;
– chiedere la liberazione dei prigionieri e il diritto al ritorno di tutti i profughi palestinesi;
– opporci alla guerra, ai traffici di armi, al colonialismo e all’imperialismo;
– denunciare la storica complicità del governo italiano con l’occupante in Palestina;
– chiedere l’interruzione delle collaborazioni tra accademie italiane e israeliane;
– rilanciare la campagna di boicottaggio, a partire da quella Iren-Mekorot