Come collettivo GCS condividiamo una sede con Potere al Popolo in una piazza del centro storico accanto a vie dove lo spaccio di sostanze stupefacenti è la regola quotidiana. Facciamo attività politica e sociale in pezzo di quartiere dove abitano cittadini di tutte le provenienze, un pezzo di Genova proletaria e multietnica dove i cittadini hanno il diritto a vivere in un ambiente accogliente, pulito e dove far prosperare una socialità e un insieme di relazioni dignitoso.
Non è questa la sede per esprimere giudizi sull’uso delle droghe, nemmeno di quelle pesanti come l’eroina. Siamo militanti politici e ci occupiamo di questioni collettive e non personali sulle quali non entriamo.
E’ però curioso che una delle zone più controllate della nostra città con decine di telecamere e sbirri continuamente a passeggio per le strade sia uno dei più grandi supermarket dell’eroina in città. Evidentemente, le retate periodiche nelle quali si arrestano poveri cristi che spacciano per strada corrispondono a una scelta politica ben precisa, quella di far finta di combattere lo spaccio lasciando ben tranquilli i protagonisti del commercio che tanto, la manodopera per i lavori sporchi, la possono cambiare in pochi minuti. E confinare lo spaccio in recinti ben precisi creando veri e propri ghetti dove poi far giungere assessori con telecamere al seguito in modo da mettere in scena la caccia allo straniero di turno promettendo una lotta al degrado che non arriva mai.
Per quel che ci riguarda il problema non si risolve in questo modo. Pensiamo però che uno dei nostri ruoli sia quello di vivere insieme ai lavoratori e alle famiglie del quartiere, a contatto con problemi che sono loro e nostri e lavorare in modo da combatterli insieme.
Attraverso il controllo popolare e non attraverso repressioni inutili e dannose che non risolvono alcun problema e aggravano solo la situazione.
Per questo siamo solidali con chi lavora in questo modo proteggendo i propri spazi e i luoghi dove opera da comportamenti dannosi che colpiscono solo le fasce più deboli della società.
Che tutto questo venga trattato come aggressione immotivata e sia motivo per imbastire campagne propagandistiche contro attivisti sociali e politici non ci sorprende ma ci disgusta.
Solidarietà quindi ai compagni torinesi e al centro sociale Askatasuna.
Collettivo Comunista Genova City Strike