Riceviamo da Potere al Popolo Genova
Breve nota sulla situazione dei buoni spesa Genova.
Nelle ultime settimane il Governo ha annunciato fondi per i comuni pari a 4,3 miliardi di euro. In pratica consistono nell’anticipo del Fondo di solidarietà comunale al quale gli stessi comuni contribuiscono. Quindi niente di più rispetto a prima.
Questa liquidità è stata ripartita fra le amministrazioni per la realizzazione dei buoni spesa per le famiglie e le persone in difficoltà. A Genova sono arrivati 3 milioni di euro e hanno soddisfatto il bisogno ( si fa per dire) di 33mila persone su 43mila richieste presenti nella graduatoria. Il Comune ha già annunciato che i fondi sono finiti e al momento si proverà a tamponare con le donazioni private.
Il Comune di Genova non è in grado quindi di fornire ulteriori aiuti. Questo accade perché nel corso degli anni i trasferimenti dallo Stato agli Enti Locali sono stati progressivamente tagliati. A questo si aggiungono gli interessi sui debiti che il Comune ha contratto con le banche negli ultimi anni per far fronte alle spese. Questi interessi assorbono la spesa corrente per almeno il 10% del totale della stessa. Il Comune come sappiamo è costretto ad attenersi alle regole del Patto di Stabilità Interno che prevede di fatto il pareggio di bilancio.
Le privatizzazioni degli ultimi anni inoltre non hanno aiutato, con la cessione di Amt nel 2005 la Corte dei Conti ha calcolato un indebito vantaggio a favore del soggetto privato che è costato 70 milioni alle casse comunali. Questo è uno dei tanti esempi che si potrebbero fare di risorse pubbliche sprecate in nome delle liberalizzazioni e del libero mercato.
Oggi con la crisi sociale ed economica legata all’epidemia il Comune, schiacciato dai debiti e dal patto di stabilità, non può garantire assistenza ai suoi cittadini più bisognosi, in una città dove le diseguaglianze sono in aumento, e 121mila persone dichiarano redditi inferiori a 10mila euro l’anno.Di fronte a questo il Governo non sta muovendo un dito.
Serve un immediato piano di assorbimento dei debiti comunali da parte dello Stato, la sospensione del patto di stabilità interno e un reddito di emergenza per tutti i cittadini in difficoltà. Sono stati trovati 400 miliardi per le sole imprese, lo stato se non hai un’azienda non ti aiuta e questo non lo possiamo accettare.