Il 25 marzo si terrà a Roma la celebrazione dei 60 anni dall’avvio del processo di integrazione europeo. Quel processo che ha, fin dall’inizio, tradito tutti gli ideali dell’unificazione dei popoli d’Europa arrivando alla definizione dell’Unione Europea e del processo di integrazione monetaria con l’Euro.
In questi anni la UE ha mostrato il suo vero volto reazionario utilizzando la crisi e l’euro come strumenti di dominio verso le economie più deboli e i lavoratori in tutta Europa. I trattati europei disegnano una Unione Europea costruita a uso e consumo dei padroni e delle banche il cui obiettivo principale è eliminare tutte le conquiste democratiche e sociali che i lavoratori avevano strappato ai governi dopo la seconda guerra mondiale.
Il 25 marzo sarà la festa dei vari Shauble, Merkel, Moscovici, Junker, Draghi, Renzi, Napolitano, Gentiloni, Hollande, Rajoy, etc…
Sono gli stessi che hanno lavorato per distruggere la Grecia imponendo nuovi memorandum nonostante il no espresso dal popolo greco tradito successivamente dal proprio governo.
Sono gli stessi che impongono leggi come il jobs act e la buona scuola in Italia così come la loi du Travail in Francia.
Sono gli stessi che ci hanno imposto il pareggio di bilancio in Costituzione e che ci hanno ripetuto per mesi che dovevamo accettare la riforma Costituzionale altrimenti sarebbe stato un disastro per l’Italia. Sono quelli che impongono la politica delle privatizzazioni di tutti i servizi pubblici con diktat che il centrosinistra e il centrodestra eseguono nei nostri territori.
Sono coloro che lavorano per finanziare grandi opere come TAV e Terzo Valico che servono soltanto a padroni, speculatori e mafiosi mentre soldi per i servizi pubblici, per la sanità, per l’istruzione pubblica, per il diritto alla casa non ce ne sono mai.
Sono quelli che impongono patti di stabilità che a cascata raggiungono gli enti locali imponendo solo tagli ai lavoratori e alle fasce più deboli.
Che utilizzano la parola magica liberalizzazione per nascondere che si tratta solo di privatizzare, precarizzare e sfruttare meglio ulteriormente il lavoro come nel caso della liberalizzazione delle banchine portuali.
I lavoratori in Europa hanno oggi un nemico chiaro: l’Unione Europea e l’Euro. Lo avevano già compreso i lavoratori francesi che bocciarono la bozza di costituzione europea, lo hanno capito i lavoratori inglesi che hanno votato per la Brexit in Inghilterra.
L’uscita dalla UE o dall’euro non risolve i nostri problemi ma è un passo indispensabile per riconquistare il diritto di poter decidere sul nostro futuro.
Sempre di più la sinistra in Europa capisce che la difesa della UE è perdente e si fanno strada movimenti di classe che contestano la UE e l’euro come strumenti di dominio del capitale.
Il 25 marzo saremo a Roma anche noi per un controvertice a cui hanno aderito varie forze politiche, sociali e sindacali.
Spiegheremo le nostre ragioni in una assemblea pubblica che si terrà il 17 marzo alle ore 17,30 a Genova. Invitiamo alla partecipazione tutte le compagne e tutti i compagne insieme alle organizzazioni che vorranno aderire alla mobilitazione nazionale del 25 marzo per la quale sarà disponibile un pullman da Genova.
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