Domenica 25 aprile 2021, Genova City Strike, Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, La Resistente, Potere al Popolo Genova e Collettivo Universitario ComeStudioGenova invitano a scendere in strada per una camminata resistente sotto le targhe partigiane. Con fiori e bandiere.
Due appuntamenti: Centro Città partenza ore 9,00 Piazza Fanti d’Italia (metro Principe), Marassi ore 11 Piazzale Parenzo. Ci si muoverà nel rispetto delle norme AntiCovid.
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Testo di convocazione:
Questo 25 aprile sarà il secondo consecutivo senza cortei, il secondo 25 aprile in cui non si potrà scendere in piazza da quando è scoppiata la pandemia. Eppure, in questo anno è successo molto: tutto ciò che è capitato non è stato un bene per i deboli, per i lavoratori, per gli sfruttati. Per noi nulla è andato bene mentre per altri non si può dire la stessa cosa.
I padroni infatti sono sempre più ricchi, le multinazionali hanno fatto profitti, per i lavoratori invece si preannunciano nuovi tagli, nuove ristrutturazioni, licenziamenti. Ci hanno chiuso le scuole e l’università pubblica, non abbiamo visto un soldo per rimettere in piedi la Sanità pubblica devastata da decenni di tagli. Abbiamo capito che per chi ci governa ci si può ammassare sui mezzi di trasporto solo per andare a lavorare mentre hanno chiuso invece tutte le attività in cui sviluppare socialità perché non legate a logiche di profitto per pochi.
Ci hanno diviso artificiosamente tra chi negava la pandemia e chi invece chiedeva più tutela e chiusure vere mentre, chi agiva dietro le quinte, ha lavorato per sfruttare la pandemia.
Ci hanno fatto capire che, pure con la gestione dei vaccini non conta la salute pubblica ma il profitto di poche multinazionali o la fedeltà incondizionata alla NATO o all’Unione Europea nonostante sia evidente l’incapacità di agire con correttezza e con la necessaria celerità.
Nel mondo la crisi economica, già in nuce nel periodo precedente si aggrava sempre di più. Saremo noi a pagarla se non ci ribelliamo. Il fallimento del sistema economico capitalista presenterà il conto e a pagarlo non saranno i responsabili del disastro ma le classi popolari. Laddove non si potrà risolvere con le ristrutturazioni economiche si agirà con la violenza, la repressione delle lotte e degli attivisti e con le nuove guerre che già si annunciano.
Dobbiamo difenderci. Per farlo occorre organizzarsi, occorre sviluppare lotte sociali e di classe. La memoria del mondo sognato dai nostri partigiani in questo ci ha sempre aiutato e può ancora svolgere un ruolo importante. Per noi il 25 aprile non è mai stata una ricorrenza rituale, non solo un tributo doveroso a chi ha liberato l’Italia dalla tirannia ma un modo per riprendere in mano il filo di un discorso in cui ridiventino protagonisti le classi popolari, i lavoratori e gli sfruttati.
In questa situazione, nessuno di noi vuole giocare con il contagio e la sua diffusione perché a rimetterci saremo soprattutto noi. Ma un segnale bisogna darlo.
Magari simbolico ma sicuramente necessario.
Il 25 aprile quindi ci vediamo in piazza, con un presidio itinerante rispettando tutte le norme e distanziamenti, con un giro nei quartieri verso le targhe di chi ha dato la vita per la libertà dalla tirannia fascista e nazista, per un modo più giusto e uguale.