Sull’incarico di Governo a Mario Draghi interviene l’economista marxista Emiliano Brancaccio (con cui abbiamo dialogato come Collettivo Genova City Strike la settimana scorsa (qua il video) intervistato dai microfoni di Radio Popolare (video a seguire). Per Brancaccio l’avvento di Draghi non è una restaurazione classica in quanto il precedente governo era tutt’altro che rivoluzionario o progressista. Esattamente come l’avvento di Monti al Governo che sostituiva il governo Berlusconi. L’avvento di Draghi sembra quindi legato a una analisi della profonda crisi che attraversa l’Italia che non potrà essere lenita dal Recovery Fund di cui elenca le cifre: tra prestiti e soldi a fondo perduto si cita una capacità di spesa pari a 10 miliardi di euro all’anno (all’incirca il costo del reddito di cittadinanza). A fronte dell’attuale caduta del PIL e a pandemia tutt’altro che sconfitta, è necessario per il capitale italiano ristrutturare completamente il sistema industriale in maniera selettiva a discapito dei settori della borghesia industriale in perdita.
La presenza di un governo tecnico annuncia quindi la ristritturazione del sistema industriale italiano e si inserisce nella lotta oramai decennale tra una frazione di borghesia padronale internazionalizzata e una più legata al mercato tradizionale interno da sacrificare. In questa lotta, in assenza di una rappresentanza politica reale dei lavoratori, la crisi e le ricette che seguiranno ricadranno totalmente sui lavoratori e sul welfare. Molto più di prima.
Di seguito il video con l’intervista a Brancaccio