Il 26 gennaio, il giorno in cui l’India è diventata una Repubblica, viene tradizionalmente celebrato a Rajpath – la strada che va dall’India Gate alla residenza del presidente – a Nuova Delhi. La cerimonia include una parata che è una dimostrazione della potenza dell’esercito indiano e mette in mostra le diversità culturali dell’India.
Quest’anno, tuttavia, il centro della scena non è stato preso dalla parata cerimoniale, ma dalla parata dei contadini che si è tenuta nella capitale. La pacifica manifestazione degli agricoltori sui trattori avrebbe dovuto iniziare da tre diversi punti della città e seguire percorsi pre-approvati per tutti e tre. Nonostante il governo e le autorità avessero concesso a malincuore il permesso per la manifestazione, c’è stato uno sbalorditivo dispiegamento di forze di polizia durante la parata.
La massiccia manifestazione è stata un’impresa di forza logistica che è avvenuta grazie agli sforzi del Samyukta Kisan Morcha (SKM) o United Farmers ‘Front, una coalizione di organizzazioni di agricoltori che sono accampate ai confini di Delhi da oramai due mesi. Gli agricoltori hanno chiesto che il governo centrale, guidato dal Bharatiya Janata Party (BJP) di destra, abroghi le tre leggi anti-agricoltori e pro-corporative che ha introdotto nel 2020 (sulle cause delle enormi proteste abbiamo scritto qua). Gli agricoltori temono che le leggi abbatteranno il i prezzi che ottengono per i loro prodotti e aumentano il ruolo dei padroni nell’agricoltura.
Dopo che diversi round di trattativa tra il governo e i sindacati degli agricoltori sono falliti, gli agricoltori hanno deciso di organizzare questo pacifico raduno di trattori per fornire una dimostrazione numericamente imponente e di forza. Decine di migliaia di agricoltori hanno partecipato alla manifestazione solo a Delhi, mentre nella maggior parte degli altri stati indiani ci sono state manifestazioni di solidarietà con gli agricoltori.
Dalle notizie che sono giunte, nei punti di ingresso alla città che erano stati approvati si sono formate code di trattori che arrivavano fino alle città vicine. La partecipazione è stata maggiore di quanto previsto dalle stesse organizzazioni contadine. Quando il raduno è giunto ai confini esterni della città, è stato accolto con forte entusiasmo dai residenti.
La polizia, tuttavia, ha scatenato la violenza sui contadini che marciavano pacificamente quando una parte di loro ha deviato dalle rotte pre-approvate ed è entrata a Delhi. La polizia ha fatto ricorso alla forza e ai gas lacrimogeni sui manifestanti. In mezzo a questo assalto, un contadino ha perso la vita.
I contadini che sono entrati in città hanno raggiunto il Forte Rosso nella Vecchia Delhi e vi hanno issato sopra una sacra bandiera sikh. Ci sono stati anche episodi relativi a singoli manifestanti coinvolti nelle violenze, che l’SKM ha criticato e da cui ha preso le distanze. La coalizione ha lanciato un appello per la pace e ha chiesto ai manifestanti di mantenere la vigilanza contro miscredenti e infiltrati.
La città ha anche assistito alla chiusura di Internet per alcune ore in modo da impedire che le immagini venissero diffuse, una mossa che è stata ampiamente criticata . Il numero di interruzioni di Internet in India per ordine del governo è il più alto al mondo.
La storica manifestazione è stata accompagnata con varie azioni di solidarietà da parte di un’ampia fetta di popolazione in tutto il paese. Nel corso della giornata sono emerse notizie di manifestazioni in corso nel Bengala occidentale, Tamil Nadu, Kerala, Telangana, Assam, Gujarat, Madhya Pradesh e altri stati.
I prossimi passi delle organizzazioni di agricoltori devono ancora essere decisi. L’ala sinistra All India Kisan Sabha, in un comunicato, ha salutato la storica protesta e ha affermato che “l’atteggiamento autoritario e insensibile del governo Modi è responsabile di tutti gli incidenti spiacevoli accaduti a Delhi”. Ha ribadito inoltre la richiesta che tre leggi oggetto della protesta vengano immediatamente ritirate.
Solidarietà internazionale
Organizzazioni di tutto il mondo hanno esteso la solidarietà ai contadini indiani che protestano da due mesi. Martedì si è svolta una campagna di solidarietà online chiamata #ShineOnIndiaFarmers. Tra le principali organizzazioni che hanno preso parte alla campagna c’erano il Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST) dal Brasile, la rete mondiale dei contadini La Via Campesina e la Marcia mondiale per le donne. I militanti del MST hanno tenuto un evento online in solidarietà con i contadini indiani che protestavano (foto seguenti).
Di seguito alcune foto della grande marcia
Tradotto da People’s Dispatch (a cura di Genova City Strike)