Riceviamo e pubblichiamo dai compagni di USB Porto Genova
IL PORTO DEL CEMENTO. E IL PORTO DEL LAVORO?
Apprendiamo per mezzo stampa che il Presidente della Autorità Portuale Paolo Signorini sarà riconfermato, grazie al successo elettorale di Toti di cui è l’uomo di fiducia. Come Segretario generale invece ci sarebbe la novità di Marco Rettighieri, uomo di fiducia di Marco Bucci. Rettighieri è un tecnico a capo del Cociv, il consorzio che costruisce il Terzo valico, e da febbraio 2019 è responsabile dell’attuazione del “Programma straordinario di investimenti urgenti” per la ripresa e lo sviluppo del porto di Genova. Insomma l’uomo adatto per gli investimenti in opere pubbliche nel Porto di Genova in programma per un costo complessivo di 2 miliardi di euro: i collegamenti stradali e ferroviari con l’hinterland, la nuova viabilità interna al bacino di Sampierdarena, riqualificazione collegamento tra Calata Sanità/Bettolo e il Parco ferroviario del Campasso, il viadotto autostradale per il terminal di Prà, la nuova diga Foranea e la messa in sicurezza delle aree industriali. Un fiume di soldi pubblici che dovrebbe rendere più efficiente tutto il bacino portuale genovese. Sicuramente chi ne gioverà saranno le aziende grazie a una maggiore efficienza vedranno crescere il valore dei loro capitali e dei loro utili.
La domanda che poniamo noi è: i lavoratori in tutto questo? A fronte di uno sviluppo di tali dimensioni e costi pubblici, un piano di assunzioni di nuovi operatori portuali con annesso piano di sostituzione di quelli vicini alla pensione? E gli interinali? E i contratti part time e a tempo determinato? Verranno assunti dalle aziende che beneficeranno di questo straordinario investimento di soldi pubblici? Lo domandiamo perché l’Autorità portuale è già inadempiente perché non ha ancora pubblicato a distanza di anni il Piano organico dei lavoratori che la legge prescrive e tanto meno si preoccupa di assolvere al suo ruolo di governo del mercato del lavoro portuale. La scelta di Rettighieri a Segretario generale pare confermare che a Signorini, Toti e Bucci interessano le opere pubbliche e gestire i relativi miliardi e che intendano lasciare alla libertà delle imprese le sorti dei traffici e dell’occupazione. La legge invece assegna all’Autorità portuale il compito di governare con piani, controlli e regole anche l’attività economica del porto e soprattutto assicurare la massima occupazione tra i fini sociali della portualità. Genova è il Porto e il Porto è Genova. Vogliamo dunque sapere in che modo i cittadini si gioveranno di questa spesa di quasi 2 miliardi di euro e quante nuove occasioni di lavoro reali e concrete ci saranno per i tantissimi disoccupati e giovani che aspettano un lavoro.