Linda BIMBI, Lettere a un amico, Genova, Marietti 1990; Chiara BONIFAZI, Linda Bimbi, una vita, tante storie, Torino, ed. Gruppo Abele 2015; Linda BIMBI, Tanti piccoli fuochi inestinguibili, Roma, Nuova Delphi ed., 2018
Roma, maggio 2019. Presento a Roma il mio testo su Lelio Basso alla fondazione da lui creata. Parlo con due signore, credo intorno agli ottant’anni. Chiedo se abbiano conosciuto Linda Bimbi. Si illuminano. Mi dicono di essere sempre state con lei, di aver fatto parte della sua comunità. Una esce, sale al piano superiore e ritorna con tre libri che mi lascia. Sono tre testi di anni diversi che ripercorrono il percorso esistenziale, culturale, spirituale di questa suora laica che se ne è andata a 91 anni, nel 2016. A 88 anni aveva scritto: Il futuro mi innamora anche a quest’età. Penso sempre al dopo.
Linda Bimbi nasce a Lucca nel 1925. Nel periodo dell’università, scuola normale di Pisa, si avvicina al Partito comunista. A 27 anni, rinuncia alla carriera accademica per una scelta di fede. Si fa suora, nella congregazione delle Oblate dello Spirito santo e sceglie il Brasile. Sono gli anni dell’interrogarsi di settori della Chiesa cattolica, che precedono il Concilio Vaticano II, quindi la conferenza di Medellin. Bimbi entra in contatto con Paolo Freire, con la sua pedagogia, opera per una appropriazione sociale del Vangelo come parola di liberazione dei dannati della terra. Conosce Gutierrez, Frei Betto, Helder Camara. Insegna all’università di Belo Horizonte.
La dittatura militare brasiliana inizia a colpire, come sovversiva, la comunità e Linda, con altre, deve lasciare clandestinamente il paese. La comunità chiede l’autonomia alla Chiesa ufficiale, verso cui , dal 1969 non ha alcun legame giuridico. Dopo un breve periodo in Europa, Linda incontra Lelio Basso. Inizia una collaborazione che porterà alla Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (Algeri, 1976), alla Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, al Tribunale permanente dei popoli. Diviene la segretaria generale della Fondazione internazionale Basso.
Scrive Ernesto Balducci, nella prefazione a Lettere a un amico:
La mittente è una donna che ha consacrato interamente, senza ritorni indietro, la sua vita alla causa del Vangelo, che è ormai per lei la stessa causa dell’uomo. Il destinatario è un ateo professo, anche lui senza ritorni indietro e tuttavia a tal punto impegnato nella causa dell’uomo da trovarsi come apolide nel quadro della vita politica del suo paese…: le sue scelte partitiche restavano, una dopo l’altra, sopraffatte dalla preponderanza della passione etica…
Il testo raccoglie lettere che Bimbi scrive a Basso dal 1973 al 1978 (anno della morte del dirigente socialista) e si riferisce ad esperienze della comunità di sorelle senza nome, dall’impegno in Brasile, alle pratiche pedagogiche, dal golpe militare alle sue drammatiche conseguenze politiche e sociali, dall’autonomizzarsi della comunità, con lo spostamento del luogo dell’obbedienza dall’autorità istituzionale all’assemblea al passaggio in Europa, sino all’incontro con lui.
E’ commovente una breve lettera (Roma, 21 ottobre 1978), riportata in appendice, di Basso, due mesi prima della improvvisa morte:
E quando avrò varcato la linea ormai sottile che mi separa dal nulla, ricordatevi di me come di uno cui avete reso più agevole l’ultima tappa del suo cammino e che ve ne ha ricambiato con infinita riconoscenza ed affetto.
Il testo di Chiara Bonifazi, esperta di etno- antropologia e impegnata sui temi dell’economia sociale e solidale, ripercorre la vita di Bimbi, la sua formazione, le scelte, inquadrandole nel contesto storico e culturale dell’America latina, nelle contraddizioni della Chiesa cattolica, nel rapporto tra centro e periferia. Interessanti l’elenco delle brevi biografie (Gli incontri di Linda) che raccoglie decine e decine di figure delle personalità con cui ha interloquito e lavorato, il quadro sinottico della sua vita e degli avvenimenti internazionali che ha attraversato, le cornici storiche e i continui riferimenti. Nella prefazione, Luciana Castellina si chiede come una giovane intellettuale di ceto privilegiato, abbia deciso, a 27 anni, di farsi suora, perché abbia scelto il Brasile, rievoca i suoi tanti incontri (convegni, iniziative) nell’impegno terzomondista nella fondazione Basso. Soprattutto come abbia perfettamente coniugato la fede religiosa con un assiduo impegno politico: Non puoi comprendere davvero il mondo se non lo guardi anche dal loro (dei poveri) punto di vista.
Il terzo testo è certamente il più profondo ed articolato. Dopo una breve prefazione di Adolfo Perez Esquivel e una interessante prefazione di Andrea Mulas, comprende molti scritti di Bimbi sull’America latina e i diritti dei popoli. Le cinque parti in cui è diviso ripercorrono un eccezionale percorso esistenziale, segnato da Concilio Vaticano II, teologia della liberazione, scoperta della pedagogia di Freire e della coscientizzazione come metodo di azione. Dal terzo mondo arrivano segni di speranza nonostante drammi e sconfitte: il golpe in Cile, l’assassinio della martire salvadoregna Marianella Garcia Vilas (su cui Bimbi ha scritto un libro con Raniero La Valle). Le lotte di liberazione dei popoli segnano il nuovo soggetto storico, i movimenti- a cominciare da quelli dei contadini e delle donne- la grande speranza dell’oggi. La figura e l’impegno di Lelio Basso si stagliano in questo quadro (come i continui riferimenti a Helder Camara) per l’analisi della globalità, la storica Dichiarazione di Algeri, l’impegno per i processi contro le violazioni dei diritti umani, il legame tra rigore scientifico e militanza internazionale. Il percorso politico si lega anche ad una rivoluzione antropologica: riconoscere negli “altri” i protagonisti della storia, abbandonare l’etnocentrismo culturale, analizzare le cause della crisi dell’ONU. Il conflitto nord/sud, la contraddizione centro/periferia presenta elementi drammatici, ma potrebbe anche costituire un’opportunità.
Dalle pagine di Tanti piccoli fuochi inestinguibili emerge la conoscenza di una grande figura, di una vita interamente spesa per i settori più poveri del mondo, ma anche un messaggio di speranza.
Sergio Dalmasso, estate 2019