Nel G7 di Venaria le principali potenze globali si confronteranno su questioni cruciali in una competizione globale che si sta facendo sempre più dura in un quadro di crisi sistemica che all’orizzonte non fa intravedere possibilità reali di risoluzione. L’uso della scienza e della tecnica nella produzione, l’innovazione tecnologica, l’automazione, la conoscenza come fattore produttivo (cui si lega la ristrutturazione dei sistemi formativi): questi sono tutti elementi strategici nel conflitto in corso.
In questo quadro, l’Unione Europea dopo la Brexit sta proseguendo il proprio processo di rafforzamento, promuovendo diversi livelli di integrazione (la cosiddetta Europa ‘a più velocità’) e impegnandosi in modo convinto per la costruzione di un esercito europeo. La questione migranti, che è stata al centro del dibattito politico nell’estate, è stata alimentata ad arte dalle classi dirigenti europee per estendere di fatto le proprie frontiere all’Africa subsahariana, stringendo accordi criminali con governi e tribù locali per non far arrivare, in qualunque modo, i migranti sulle coste europee.
All’interno, la consapevolezza della non-risolvibilità della crisi e del necessario aggravarsi delle condizioni delle classi lavoratrici e popolari sta spingendo verso una ridefinizione del modello di gestione della società, improntato a una chiara stretta autoritaria e repressiva (di cui i decreti Minniti rappresentano l’espressione più evidente) non solo nei confronti delle espressioni del conflitto sociale ma anche presso gli stessi settori più marginalizzati della società. Su questo e sulla necessità di una larga mobilitazione democratica contro la repressione Eurostop promuove un convegno a Bologna il 23 settembre.
Appare sempre più evidente la necessità di lavorare alla ricostruzione di una prospettiva di classe che ponga chiaramente la questione della rottura di Unione Europea, Euro e Nato come condizione necessaria per fermare l’attacco pluridecennale al lavoro, allo stato sociale, ai diritti e alla democrazia. Dopo le mobilitazioni del 21-22 ottobre e del 25 marzo scorsi, in un percorso che ha portato all’Assemblea Costituente del primo luglio, Eurostop prosegue il proprio lavoro in questa direzione. Parteciperà alle mobilitazioni contro il G7, sia presenziando con un proprio spezzone al corteo di sabato 30 settembre, che lanciando venerdì 29 un’assemblea pubblica cui interverranno le diverse realtà che sul territorio stanno lavorando alla costruzione di Eurostop e cui sono invitati a partecipare tutti gli interessati.