Nguyễn Sinh Cung nasce a Hoang Tru nella provincia di Nghe An (Vietnam centrale) il 19 maggio 1890. Di famiglia povera ma non indigente, il padre era un funzionario di corte dell’Annam ma cadde in disgrazia nel 1910 a causa del suo pensiero anticolonialista. A 10 anni il futuro leader rivoluzionario cambia il proprio nome in Nguyễn Tất Thành (“Nguyễn che sarà vittorioso“). Nel 1911, dopo gli studi in una scuola francese abbandonò per la prima volta il Vietnam partendo per la Francia. Qui fece numerosi lavori (cameriere, autista, addetto al montaggio cinematografico) e cercò di iscriversi alla scuola per le colonie in Francia dove però non venne ammesso. Dopo il soggiorno in Francia visse periodi negli Stati Uniti e in Inghilterra lavorando come cameriere o a servizio in famiglie facoltose. In quel periodo si svilupparono parecchie delle idee antimperialiste e anticolonialiste che apprese durante lunghi periodi di studio da autodidatta. Il secondo soggiorno in Francia avviene dal 1919 dove diviene dapprima membro del Partito Socialista. Come membro del partito porta avanti le richieste per l’indipendenza dei popoli dell’Indocina e il suo nome comincia a diventare un simbolo della lotta anticoloniale. Nel frattempo in Vietnam scoppiano numerose lotte di indipendenza represse. Fu tra i membri del Partito Socialista Francese ad aderire alla Terza Internazionale lasciando il Partito Socialista ed entrando nel Partito Comunista. In seguito si trasferì a Mosca desideroso di conoscere Lenin e lavorò per la Terza Internazionale. Nel frattempo aveva assunto il nome di Nguyen Ai Quoc (Nguyen il patriota) e, a contatto con la terza internazionale, fu inviato a Canton in Cina dove si era realizzata l’unità tra il leader nazionalista Sun Yat Sen e il Partito Comunista Cinese. Il suo ruolo fu l’addestramento dei profughi vietnamiti con i quali fondò la Lega della Gioventù Rivoluzionaria e la Lega della Gioventù Comunista.
Alla fine degli anni ’20 è di nuovo esule dopo lo scoppio della guerra tra il Partito Comunista cinese e i nazionalisti di Chiang Kai-scheck. Soggiorna in Russia e in Europa ammalandosi di tubercolosi. Nonostante le difficoltà lavora costantemente per il movimento rivoluzionario e negli anni trenta soggiorna brevemente a Milano dove è cameriere in una trattoria. Alla fine degli anni trenta ritorna in Cina dove combatte a fianco dei comunisti e assume il nome di Ho Chi Minh (volontà che illumina, colui che porta la luce).
Il movimento indipendentista dei Viet Minh viene fondato nel 1941, al suo rientro in Vietnam. Si tratta di un movimento patriottico egemonizzato dai quadri comunisti. Nel 1942, durante un viaggio in Cina, fu nuovamente incarcerato dai nazionalisti del Kuomintang. Uscì dopo due anni e rientrò in Vietnam che era stato invaso dal Giappone scacciando il governo francese. Ho Chi Minh insieme al generale Von Nguyen Giap conduce la guerra contro i giapponesi. Nell’agosto del 1945 scoppia la rivoluzione che porta nel settembre di quell’anno alla proclamazione della Repubblica Democratica del Vietnam. La Repubblica non è riconosciuta da altri stati e neppure dall’URSS e deve combattere per scacciare i giapponesi sconfitti nel conflitto mondiale e i francesi che tentavano di riconquistare la colonia indocinese.
Il conflitto in Vietnam continua dopo il 1945 tra i francesi nel Vietnam del Sud e la Repubblica del Nord. Ho Chi Minh chiede la mediazione USA senza successo. Il Presidente Truman ritiene che i Viet Minh siano un gruppo comunista pericoloso in combutta con l’Unione Sovietica.
Il riconoscimento ufficiale da parte di Stalin della Repubblica del Nord avvenne nel 1950 con la mediazione di Mao Zedong. Comunque infuriava la guerra contro i francesi sfociata nella battaglia di Dien Ben Phu del 7 maggio 1954 che segnò la disfatta dei francesi.
Nel 1954 Ho Chi Minh è presidente del Vietnam del Nord ma a sud rimane una zona controllata dai francesi prima e dagli americani poi che elegge un proprio presidente. La richiesta del Nord è effettuare un referendum sull’unificazione che però viene respinto a causa della sicurezza di una vittoria dei comunisti. La guerriglia è aspra mentre nel Nord viene instaurato il socialismo, estesa l’istruzione, nazionalizzato il sistema produttivo.
Nel 1962 è guerra aperta tra Vietnam del nord e Vietnam del sud nonostante alcuni tentativi di intavolare trattative. Gli USA sostengono il governo del sud con bombardamenti a nord e tentativi di infiltrazione attraverso il Laos. Nel 1965 gli USA inviano numerose truppe che mettono in difficoltà il Vietnam del Nord costretto ad alcune sconfitte parziali. Nel sud infuria invece la resistenza dei VietCong alleati del nord. L’invio di rinforzi dalla Cina segna un passaggio decisivo. Il Generale Giap comanda le operazioni mentre Ho Chi Minh rimane defilato a causa dell’età. L’offensiva del Tet è l’elemento che decide l’intera guerra. Si tratta di una serie di operazioni nel Sud del Vietnam comandate da Giap su consiglio di Ho Chi Minh.
All’inizio delle trattative di pace nel 1969, Ho Chi Minh muore il 2 settembre. La notizia viene data ai vietnamiti con due giorni di ritardo. Il governo del Nord si riorganizza attraverso la collaborazione dei generali più in vista. Il governo del Vietnam del Sud cade il 30 aprile 1975 con la vittoria di Saigon e la fuga degli USA. L’imperialismo subiva una delle sue più clamorose battute di arresto. Ai funerali di Ho Chi Minh parteciparono delegazioni dei Partiti Comunisti di tutto il mondo. Il grande rivoluzionario veniva ricordato in tutte le lotte che avvenivano nel mondo in quegli anni.
Echi della guerra di liberazione del Vietnam erano presenti anche nelle piazze che infiammavano l’Italia tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70. Lo slogan più noto era “Agnelli, l’Indocina ce l’hai in officina”.