Bruno Cameran. Ex partigiano ucciso dalla polizia di Scelba

Il 26 agosto del 1949 si tiene, in provincia di Padova, una manifestazione per la pace. Di fronte al monumento dei caduti partigiani la polizia attacca il corteo sparando e uccidendo Bruno Cameran. Si tratta di uno degli innumerevoli episodi dovuti alla recrudescenza repressiva organizzata dal Ministro degli Interni Mario Scelba che fu, per sei anni, ministro degli interni nei governi De Gasperi dopo la cacciata dei comunisti (dal febbraio 1947 al 1953 per poi rientrare con lo stesso ruolo dopo i fatti del luglio 1960 ). Il politico DC, figlio di un barone catanese, fu dapprima consulente e collaboratore di Don Luigi Sturzo quindi, da fervente anticomunista accettò l’incarico di Ministro degli Interni riorganizzando le forze di polizia in funzione anticomunista. In sei anni le forze repressive passarono da 40 a 70 mila uomini e il reparto celere fu riorganizzato passando sotto il controllo diretto e immediato del Viminale che emanava ordini telefonici. Ossessionato dal pensiero dell’avvio di una fase rivoluzionaria gestita dal PCI, il ministro non esitò a far sparare su cortei e manifestazioni operaie. I dati forniti dal PCI riportano che in sei anni furono uccisi in scontri di piazza più di 100 manifestanti e vi furono migliaia di feriti. Il numero di arrestati fu circa di 150 mila. Il fatto più eclatante fu la strage di Portella della Ginestra il primo maggio del 1947. Ma il numero degli eccidi e dei morti comunisti ed ex partigiani fu molto più elevato. Bruno Cameran è uno dei tanti caduti di quel periodo.