Ieri pomeriggio, in concomitanza con le migliaia di venezuelani che accompagnavano in corteo l’avvio dei lavori della Costituente, Genova si è mobilitata a fianco del Governo Bolivariano. In piazza dei truogoli di Santa Brigida abbiamo proiettato il documentario “Venezuela la causa oscura” a cui è seguito un dibattito sulla situazione in Venezuela. L’evento è nato dalla collaborazione tra collettivo comunista GCS, Prc, Italia Cuba e Associazione Senza Paura, Piattaforma Sociale Eurostop. Di seguito la trascrizione del nostro intervento e il comunicato del ministero degli Esteri di Cuba letto da una compagna dell’Associazione Italia Cuba.
Nostro intervento:
Proprio oggi pomeriggio, in contemporanea con la nostra iniziativa, migliaia di venezuelani stanno accompagnando, con un corteo gioioso ma anche ricco di contenuti politici, l’insediamento dell’Assemblea Nazionale Costituente. La prima cosa che ci viene in mente, memori della propaganda imperialista che ci avvelena quotidianamente, è che ci piacerebbe fare un confronto con l’insediamento del Parlamento Italiano o di qualche altra assemblea elettiva italiana. Avete mai visto un fiume di popolo gioioso che accompagna i rappresentanti eletti in Italia? O un fiume di folla orgogliosa del proprio governo qui da noi? Non accade forse il contrario? E’ forse quello, tra le altre cose, che porta i media imperialisti a censurare queste enormi manifestazioni popolari?
Ma andiamo per ordine. Nelle ultime elezioni legislative venezuelane, vinte dalla destra, il Gran Polo Patriottico della sinistra e del PSUV ha raccolto circa 5 milioni di voto ed è stato sconfitto dalle destre. Le elezioni sono state controllate dal CNE e nessuno, nel governo Maduro ha pensato di delegittimare il sistema elettorale. Oggi, lo stesso sistema elettorale certifica che all’assemblea nazionale costituente hanno votato più di otto milioni di venezuelani e scribacchini come Saviano dichiarano che ci sono stati brogli sicuri. La realtà è che in pochi mesi, il governo legittimo ha recuperato milioni di voti di cittadini stanchi delle violenze fasciste e desiderosi di avanzare con il processo rivoluzionario attraverso l’Assemblea Nazionale Costituente. In due anni è successo questo: nonostante le evidenti difficoltà economiche (crollo del prezzo del petrolio, guerra economica e contrabbando) il processo bolivariano ha risposto e ha provato a far avanzare il processo rivoluzionario correggendo gli errori con la proposta dell’Assemblea Costituente.
Chiunque abbia provato a informarsi sulla situazione venezuelana nonostante le bugie dell’imperialismo avrà visto le immagini delle manifestazioni contrapposte che ci sono state. Non facciamoci ingannare e proviamo a vedere la composizione sociale delle piazze. Capiremo che i nostri parametri di giudizio, la differenza che siamo abituati a fare tra sinistra e destra, con la situazione venezuelana c’entra poco. C’entra invece una forte polarizzazione di classe. In piazza con Maduro c’erano gli operai, i contadini, gli abitanti dei quartieri popolari, dall’altra la borghesia bianca dei quartieri ricchi. Forse, come comunisti, dovremo riabituarci a capire dove è il nostro posto e riscoprire l’idea che esiste una forte polarizzazione di classe che riemerge nei momenti fondamentali. Come comunisti da che parte dobbiamo stare è evidente a tutti.
Ma in realtà, tranne alcune eccezioni, come i compagni e le compagne che sono qui oggi, questo non è chiarissimo. Vi è anche una difficoltà dovuta alla guerra psicologica dei media che abbiamo già visto molte volte ma, nonostante l’evidenza, ancora qualcuno ci casca. Per qualcuno vedere i guarimberos che lanciano molotov incappucciati significa vedere immagini che ricordano le nostre rivolte. Vi è un uso dell’estetica del conflitto che nasconde totalmente le ragioni politiche dei gesti. Ma non è solo quello. Dopo anni di governo popolare emergono gli errori che, inevitabilmente, un governo di un paese di 30 milioni di abitanti può commettere. In uno stato che prova ad avanzare verso il socialismo circondato da Stati Imperialisti, con i paesi amici (ad esempio Brasile e Argentina) scossi da golpe mascherati o in mano nuovamente alle oligarchie. Uno stato a cui, alcuni super rivoluzionari di professione, non danno tregua parlando di dittatura, di bonapartismo e di concessioni al capitale. Su questo dobbiamo essere chiari: è evidente che se fossimo in Venezuela dovremmo lottare contro lo sfruttamento dell’Arco Minerario dell’Orinoco chiedendo che le multinazionali ne stiano fuori. Così come dovremmo essere contro l’introduzione delle zone economiche speciali. Ma contemporaneamente dovremmo ricordarci che tali zone esistono perché, evidentemente, nel paese le multinazionali non fanno quel che vogliono. In Venezuela il popolo non si fa imporre le leggi dai padroni. Le zone economiche speciali insomma, ci fanno schifo, ma non dimentichiamoci che viviamo in occidente dove è tutto una enorme zona economica speciale, dove ovunque vi è lo strapotere dei padroni.
E che dire del concetto di “dittatura venezuelana” così ampiamente diffuso dai media? Nell’era Chavez si è votato quasi ogni sei mesi. Ventuno votazioni tra cui almeno due sconfitte importanti. Mai il governo popolare ha delegittimato le elezioni quando ha perso. Dopo il colpo di stato del 2002, il governo Chavista non ha represso gli autori del tentato golpe che ancora oggi guidano poteri economici e gestiscono le violenze di piazza. Contemporaneamente crediamo che occorra chiarezza. Quando i poteri mediatici definiscono l’ANC come antidemocratica non fanno altro che sostenere la loro idea di democrazia oligarchica. Votare una assemblea dove devono essere per forza presenti operai, pensionati, agricoltori, studenti, indios e diversamente abili è considerato dalle oligarchie un delitto. La loro idea di democrazia è quella di partiti borghesi che si dividono sul nulla, ampiamente finanziati dai poteri economici dove non viene eletto nessun reale oppositore, dove non c’è traccia di operai o studenti. Dove al massimo vengono eletti i rappresentanti dei loro poteri che sono gli unici a poter accedere alle cariche elettive. Allora, noi crediamo che bisogna dire con forza che abbiamo, da comunisti, una idea completamente diversa di democrazia. Non ci spaventiamo se ci definiscono antidemocratici e rivendichiamo, da comunisti, che la nostra idea di democrazia è completamente diversa. Allora viva l’Assemblea Costituente Venezuelana, viva la democrazia popolare, morte alla democrazia oligarchica capitalista.
Ancora due questioni e poi chiudiamo. La prima è la questione dell’informazione a senso unico. Oggi si può essere informati grazie agli strumenti che si hanno a disposizione come Telesur. Immaginiamo come sarebbe la situazione se il Governo di Chavez non avesse creato questa emittente e se non fossero state create fonti di informazione comunitarie dal basso. Oggi saremmo in preda di una informazione totalmente truffaldina che in Italia chiude ogni forma di resistenza. A questo proposito vi chiediamo di fare un applauso alla compagna Geraldina Colotti che dal Venezuela ci offre quel minimo di verità indispensabile sugli avvenimenti e che il Manifesto ha deciso di censurare. A poco a poco vengono eliminate tutte le voci libere e noi rimaniamo senza possibilità di esprimersi. Lasciateci anche dire che dovremmo magari imparare qualcosa da questo, smettere di piagnucolare e darsi da fare per creare informazione indipendente magari sfruttando l’arma dell’unità tra le forze coerentemente antimperialiste come quelle qui oggi.
Chiudiamo veramente con un’ultima considerazione. Nei giorni scorsi un grande scrittore, Valerio Evangelisti, ha pubblicato un grande testo a sostegno del popolo venezuelano. Lo ringraziamo perché è fondamentale che tale sostegno esca dal dibattito asfittico interno tra i militanti e raggiunga un pubblico più ampio. Evangelisti conclude dicendo che dobbiamo tifare per l’autonomia di classe e non tanto per Maduro o per il PSUV. Lasciateci dire che siamo d’accordo sul fatto che l’autonomia di classe sia l’elemento decisivo ma è anche vero che, almeno per una volta, dobbiamo essere meno supponenti e tifare anche per chi governa con mille difficoltà. Senza l’autonomia di classe non si fa nulla ma per svilupparsi, tale autonomia, ha bisogno di un sostegno fattivo. Ha bisogno di riforme che diano potere agli organismi di base, che li rendano protagonisti di lotte patrimonio dello stato. Senza l’autonomia di classe il rischio della burocratizzazione, della corruzione è elevatissimo. Ma senza un governo rivoluzionario che si difende dagli attacchi imperialisti e crea strutture statali in cui l’autonomia può agire il tutto si riduce a parole con poco senso pratico. E allora noi diciamo viva l’autonomia di classe ma anche viva il governo venezuelano, viva il comandante eterno Hugo Chavez Frias e viva il Presidente Maduro.
Di seguito la Compagna Gabriella Barresi del circolo Italia Cuba Roberto Foresti di Genova, legge il testo di sostegno inviato dal Ministero degli Esteri della Repubblica di Cuba:
Dichiarazione del Ministero Esteri Cuba sulle elezioni dell’ANC in Venezuela
La dichiarazione del Ministero degli Esteri di Cuba dovrebbe far riflettere i fruitori disattenti dei nostri mezzi di comunicazione di massa.
Domenica 30 luglio 2017, durante le elezioni per l’Assemblea Nazionale Costituente nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, il popolo venezuelano ha dimostrato al mondo di essere appieno padrone dei suoi diritti sovrani e di militare decisamente dalla parte della pace, in difesa della sicurezza cittadina, dell’indipendenza e della libera determinazione della sua Patria, come hanno fatto durante tutta la storia dell’America Latina e del Caribe, a cominciare da Bolivar.
Il Venezuela si è precipitato alle urne come non era mai accaduto prima in un processo costituente. Questo popolo, che ha sfidato i blocchi delle strade, le guarimbas, i sabotaggi economici e le minacce internazionali, che ha sconfitto con i suoi voti la strategia dell’imperialismo e delle oligarchie e di un’opposizione che non ha esitato a scatenare le espressioni più brutali di crudeltà. Offende il cinismo di tutti coloro che pretendono incolpare il governo e i difensori del popolo dei crimini commessi.
Cuba denuncia la messa in moto di una ben concertata operazione internazionale, diretta da Washington, con l’appoggio del Segretario Generale dell’organizzazione degli Stati Americani, destinata a far tacere la voce del popolo venezuelano, a ignorarne la volontà, a imporgli la resa attraverso attacchi e sanzioni economiche.
Il governo degli Stati Uniti, da parte sua, ha imposto direttamente al Presidente costituzionale Nicolás Maduro Moro delle sanzioni insolite, che violano il Diritto Internazionale, arbitrarie che noi ripudiamo.
Conosciamo molto bene queste pratiche interventiste. Credono di ottenere, con questi mezzi, la sottomissione di un popolo ad un’opposizione marionetta finanziata da loro e che adesso minaccia di fare ardere il paese.
Ancora una volta ripetiamo quanto ha dichiarato il Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri, il generale Raúl Castro lo scorso 14 luglio all’Assemblea Nazionale:
“L’aggressione e la violenza golpista contro il Venezuela danneggiano tutta la Nostra America e beneficiano soltanto gli interessi di coloro che si accaniscono a dividerci per esercitare il loro dominio sui nostri popoli, senza preoccuparsi di generare conflitti dalle conseguenze incalcolabili in questa regione, come quelli che stiamo vedendo in diverse località del mondo”
“Avvisiamo oggi che coloro che pretendono scalzare per vie incostituzionali, violente e golpiste, la Rivoluzione Bolivariana e Chavista si assumerà una grave responsabilità di fronte alla storia”.
Niente può fermare un popolo padrone del suo destino. Solo i venezuelani possono decidere come superare i loro problemi e tracciare il loro futuro. Basta ingerenze, conciliaboli, tradimenti dello spirito bolivariano.
Ribadiamo la nostra ferma solidarietà al popolo e al governo bolivariano e chavista e alla sua unità civico-militare guidata dal presidente costituzionale Nicolás Maduro Moros. Come ha detto Fidel, all’Università Centrale di Caracas durante la sua visita del gennaio 1959: “la posizione del Governo Rivoluzionario di Cuba sarà una posizione ferma e senza vacillamenti di nessun tipo, perché è arrivata l’ora che i popoli imparino a difendersi e sappiano affermare i loro diritti”.
La Habana, 31.7.2017