Svendere AMIU ai privati: il colpo di coda del centrosinistra a Genova

amiu-colori-tutto-biancoLa delibera che dovrebbe privatizzare l’azienda dei rifiuti pubblici AMIU arriverà, probabilmente, in Consiglio Comunale il 24 gennaio. Dovrebbe contenere la cessione del pacchetto di maggioranza dell’azienda pubblica a IREN, multiutility dei servizi attiva in Liguria, Piemonte ed Emilia. IREN è un’azienda che, a Genova, gestisce acqua e gas in spregio al referendum del 2001 e, nell’ultimo anno, ha accumulato profitti in sostanziale monopolio per 35 milioni di euro pari circa al 25% dell’intero fatturato. La cessione dell’AMIU a IREN è stata decisa nei mesi scorsi senza neppure una seria gara d’appalto visto che è stata presa in considerazione la sola offerta di IREN.
Come al solito, la giustificazione del Sindaco Doria e della Giunta Comunale sulla volontà di privatizzare AMIU riguarda l’applicazione del patto di stabilità e la necessità di recuperare un buco di bilancio dovuto alla cessazione dell’attività della discarica comunale di Scarpino recentemente dichiarata fuori norma. Tale discarica ha funzionato per anni e, nonostante ripetuti appelli da parte dei comitati cittadini che ne denunciavo il malfunzionamento, il Comune e i vertici di AMIU non hanno mosso un dito fino al sequestro giudiziario.
Appare evidente la volontà delle istituzioni di creare il disastro della discarica per gravare AMIU di debiti e giustificarne poi la svendita. Tra l’altro, il nuovo piano industriale studiato con IREN prevede il rientro del buco di bilancio in soli 10 anni (e non in 30 come previsto precedentemente). Questo rientro è messo nero su bianco che graverà sui cittadini genovesi che avranno aumenti sulla tassa della spazzatura dal 4 al 6%. Appare evidente che il Comune vuole favorire a tutti i costi IREN garantendogli ulteriori profitti in tempi rapidi estratti dalle tasche dei cittadini genovesi.
Tra l’altro, IREN ha già dato ampiamente prova di sé nella gestione di acqua e gas a Genova: la privatizzazione infatti non ha comportato nessun beneficio né per cittadini né per i lavoratori. A fronte di profitti continui (che vanno agli azionisti bancari di riferimento) la linea di distribuzione è totalmente obsoleta e il taglio della manutenzione della rete comporta continui e ripetuti disagi e allagamenti.
Il progetto di privatizzazione è quindi totalmente sbagliato e azzera la volontà di cittadini e utenti per favorire i progetti speculativi di IREN. La sudditanza del PD e di quel pezzo di centrosinistra che ancora sostiene il Sindaco (e si appresta a rimettere in campo la stessa operazione per le prossime comunali) agli azionisti privati è tale che si arriva addirittura a sostenere che IREN sarebbe una azienda pubblica a causa della presenza nelle quote dei Comuni interessati.
Contro la privatizzazione è in atto la giusta protesta dei lavoratori che spinge le burocrazie sindacali a protestare. La Cgil continua a perdere iscritti e non controlla più i lavoratori che, in gran parte, hanno recentemente bocciato a Genova il contratto nazionale. I vertici sindacali confederali e autonomi trattano in segreto la privatizzazione ma sono costretti a veloci marce indietro da parte di chi ha deciso comunque di lottare fino in fondo.
La partita è dunque ancora aperta e per i prossimi giorni sono previsti banchetti informativi e manifestazioni cittadine. Sul piede di guerra anche le associazioni ambientaliste che sono preoccupate anche per lo stravolgimento del progetto di raccolta differenziata che IREN ha tutto l’interesse a trasformare in un businnes per i propri inceneritori.
Ci sono quindi moltissime ragioni per sostenere questa battaglia contro la privatizzazione di AMIU e contro quel progetto di privatizzare tutto il settore pubblico che la Giunta uscente ha continuato a perseguire durante il proprio mandato.
Fin dall’inizio è stata questa la principale lotta a Genova contro i paladini della UE e dell’austerity.
Una lotta che ha visto il Sindaco Doria e la sua maggioranza schierata contro i lavoratori e che avrebbe ottenuto migliori risultati se i sindacati confederali non si fossero sempre rifiutati di unire le lotte di AMT (trasporti), ASTER (manutenzioni), AMIU (rifiuti) e ATP (trasporti provinciali) per trattare con una giunta comunale da loro a lungo sostenuta e infarcita di loro amichetti.
Motivo di più per stringersi intorno ai lavoratori contro la privatizzazione e lottare contro la riedizione di qualsiasi esperienza politica di centrosinistra a Genova in nome degli interessi di classe e della necessità di ribaltare totalmente il quadro politico nella nostra città.