Con l’attentato di Parigi la guerra che insanguina il Medio Oriente esce dagli schermi televisivi e arriva nel cuore dell’Occidente. Non è la prima volta negli ultimi anni e non sarà l’ultima. In Europa viene colpita la Francia e immediatamente si alza lo sdegno che non viene mai usato quando intere popolazioni vengono sterminate. Dopo il crollo del sistema sovietico, l’occidente ha messo tra i nemici l’Islam conducendo rovinose guerre in Afghanistan, Iraq, Siria. Spesso ha combattuto per procura creando e foraggiando organizzazioni (Al Qaeda, ISIS) che poi gli si sono rivoltate contro, creando altre guerre.
In Medio Oriente si combatte una guerra diffusa fatta di stragi quotidiane. Ogni tentativo di argine politico alla barbarie viene distrutto scegliendo di volta in volta il nemico (Saddam Hussein, Gheddafi, Assad), con lo scopo di accrescere il proprio controllo sul territorio. Gli attori principali di questi massacri sono la NATO e la UE. Il loro scopo è di controllare le risorse e i traffici, vendere armi, creare stati fantoccio controllati dai governi amici dell’area (Arabia Saudita e altri paesi del golfo). La retorica sui diritti e sullo scontro tra civiltà è una barzelletta che non regge a nessuno sguardo minimamente attento. L’occidente gioiva solo qualche giorno fa quando il sultano Erdogan, uno dei principali alleati di fatto dell’ISIS, raggiungeva la maggioranza assoluta in Turchia schiacciando nel sangue e nel terrore ogni resistenza.
L’ISIS, passato da alleato contro Assad a nemico numero uno, non potrebbe esistere senza l’appoggio delle potenze che lo foraggiano vendendo armi e comprando il petrolio. Per la NATO e per l’UE è sempre stato necessario armare una guerra di religione tra il blocco sunnita e quello sciita. Ma la religione è solo il paravento dietro al quale agiscono fattori economici. La distruzione di ogni forma organizzata al saccheggio delle risorse in quell’area fornisce all’estremismo islamico le truppe di disperati che sostengono queste guerre.
Le vittime innocenti di Parigi, così come le vittime di Beirut, così come i compagni turchi e curdi uccisi nelle strade di Ankara o nei villaggi del Kurdistan, i civili uccisi nel conflitto in Iraq e in Siria, le vittime dei bombardamenti sauditi appoggiati da NATO e UE in Yemen: sono questi i frutti del saccheggio organizzato dagli imperialisti occidentali e dagli imperialisti del Golfo loro alleati. Dietro di loro stanno gli interessi economici dei padroni del petrolio, del gas, delle rotte di trasferimento energetico.
Come al solito pagano gli innocenti e il loro sangue viene utilizzato per giustificare nuove aggressioni. Oggi non dobbiamo appoggiare nessuna unione contro un nemico che è innanzitutto in casa nostra. Non esiste nessuno scontro tra civiltà e le religioni servono solo a dividere chi è sfruttato dagli sfruttatori.
Non ci sarà pace né giustizia se continua il dominio incontrastato dell’imperialismo e dei suoi strumenti. Lottare contro la barbarie e la guerra diffusa significa quindi capire che il nostro vero nemico non è l’Islam, ma chi affama e sfrutta i popoli. Per questo dobbiamo rifiutare di arruolarci nella loro guerra. Per questo occorre organizzarsi per sconfiggere il nemico che è in casa nostra, che ci sfrutta tutti i giorni, alimenta guerre e massacri, lascia che a morire per sé siano vittime innocenti.
La guerra è contro tutti i lavoratori
Fuori l’Italia da ogni guerra, dalla NATO e dalla UE